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Tinos:
arte, bellezza e spiritualità nelle Cicladi
Intro
Delle Cicladi, Tinos conserva la magia dettata dai tratti
architettonici disegnati a due mani, dalla natura e dall'uomo. L'atmosfera di
rifugio dall'ordinario, dove il mare gioca un ruolo determinante ma tuttavia
non da solista, perché è il contorno a determinare la “specialità” di queste
isole. I turisti sono una parte di questa atmosfera, garantendo alle stesse
quel tocco cosmopolitano che attenua, ma non cela, l'identità locale, greca e
isolana.
Il mare a Tinos è qualcosa da godere non semplicemente in una delle
tante spiagge, belle ma non esaustive. Chiariamo subito: non si viene a Tinos
per le spiagge. Si può venire a Tinos, magari invece, per poter ammirare e
contemplare il mare dall'alto, in lontananza. Si può venire a Tinos per
scoprirla piano piano, villaggio dopo villaggio, assaporandola come una pesca,
dove il meglio della sua polpa la troviamo al suo interno, vicino all'osso. Oltre alla moderna e neoclassica Tinos e alla sua Panagia
Evaggelistria, inoltriamoci senza fretta sui suoi pendii, che ospitano le
colombaie, i mulini, antichi monasteri bizantini, piccole chiese bianchissime,
villaggi di straordinaria bellezza e arte, come Agapi, Isternia, Kardiani,
Falatados, Dyo Choria, Pyrgos (Panormos), Xinara. Godiamoci i giorni al mare
nelle comode spiagge del sud, come Kionia e Agio Ioannis (Portos) e quando il vento
lo permette nelle più selvagge e sceniche nordorientali, come Kolymbithra e
Livada, o nelle più “cicladiche” ma difficili da raggiungere della costa
occidentale. Inquadramento geografico e storico.
Per dimensioni, Tinos è la terza isola dell'arcipelago, dopo Naxos e
Andros, con una superficie di 194,5 kmq.. La popolazione residente è di 8636
unità (censimento 2011). Dopo la riforma Callicrate, l'isola è formata da un
comune unico, mentre precedentemente se ne contavano due (Tinos e Exomvourgo),
oltre a una comunità autonoma (Panormos).
La maggior parte dei tanti villaggi si trova nella parte più
meridionale dell'isola, il tratto più “largo” della stessa (che si “appuntisce”
andando verso nordest), quasi sempre in posizione sopraelevata, su versanti
montuosi e a volte protetti da rocce, guardando sul lato sudoccidentale di
Tinos. Il castello di Exomvourgo (realizzato su una montagna rocciosa
paragonabile a una piccola Dolomite) e il sottostante villaggio di Xinara sono
al centro di questa zona, che vede anche la presenza di gran parte dei vecchi
mulini e colombaie. E' anche la zona più fertile e coltivata di Tinos,
sfruttando un piccolo altopiano a circa 300 metri di quota e terrazzamenti. Si
era ipotizzata la costruzione di un aeroporto in questa zona, ma per fortuna
l'opposizione degli abitanti, unita anche alla preoccupazione per l'esposizione
ai venti e in particolare al Meltemi, hanno fatto recedere le autorità da
questo proposito.
La parte settentrionale è quella meno antropizzata, ma troviamo tre
dei villaggi più pittoreschi ed importanti: Pyrgos, Ysternia e Kardiani. Nell'antichità l'isola veniva chiamata Tenos, ma anche Hydroussa, per
l'abbondanza di sorgenti d'acqua e Ophiussa, per la presenza di numerosi
serpenti. La leggenda narra che a Tinos furono uccisi da Eracle (Ercole nella
mitologia romana) i figli di Borea (Aquilone nella mitologia romana),
personaggio della mitologia greca che rappresenta il vento del nord.
Nel periodo romano l'isola finì per un certo periodo in mano al truce
Alessandro di Pherae, prima che Marco Antonio la affidasse ai rodiani. Era
comunque un periodo di prosperità per l'isola. Dopo la conquista di Costantinopoli al culmine della IV crociata,
Tinos fu una delle tante isole greche governate da privati cittadini veneziani
e in questo caso dalla famiglia Ghisi.
Da registrare uno spiacevole episodio avvenuto il 15 agosto 1940,
durante la seconda guerra mondiale, che vide purtroppo protagonisti gli
italiani, allora alleati dei tedeschi, che con il sottomarino Delfino
affondarono il vecchio incrociatore greco Elli, che stava presenziando alle
celebrazioni per la “dormizione” della Vergine Maria. Furono lanciati tre
siluri, uno dei quali fece esplodere la nave da guerra, mentre gli altri due
colpirono un molo, nel tentativo probabilmente di silurare due navi passeggeri
ivi ancorate. Nell'azione morirono 9 fra marinai e sottufficiali e ci furono
anche diversi feriti, conseguenza del panico che si creò al porto fra i
numerosi fedeli che si recavano alla celebrazione religiosa. Fu un incidente
increscioso, che deteriorò notevolmente i rapporti fra Italia e Grecia, perché
la Grecia era neutrale, dunque non attaccabile nelle sue navi militari, inoltre
per il significato di oltraggio alla
religione. Nel dopoguerra, l'Italia fu costretta a rimborsare i danni
provocati, donando un proprio moderno incrociatore alla marina greca, che fu
prontamente ribattezzato “Elli”. Al comandante Aicardi fu attribuita la
responsabilità dell'incidente, avendo egli ricevuto ordini di silurare solo
navi mercantili che trasportavano materiali bellici per gli alleati. Collegamenti.
Il porto di Rafina serve prevalentemente le isole Cicladi orientali, e
in particolare la rotta Andros – Tinos – Mykonos, ma anche isole come Naxos,
Paros, Syros, Ios, Santorini, Amorgos, Sifnos e le piccole Cicladi.
Tinos può anche essere raggiungibile dal Pireo, un servizio garantito
in questi anni dalla Blue Star, con tempi di percorrenza (navigazione
tradizionale) sotto alle 4 ore se il collegamento è senza scali. In
quest'ultimo caso, la navigazione tocca Tinos, Mykonos e le isole dell'Egeo
orientale, terminando a Lesvos. La vicinanza con Mykonos (30 minuti di navigazione appena) consiglia,
se possibile, di utilizzare il suo aeroporto anche per raggiungere Tinos,
anziché quello di Atene.
Links: Aeroporto Internazionale di Atene, Eleftherios Venizelos (ATH) Aeroporto Internazionale di Mykonos (JMK) Città, borghi e villaggi: in giro per
Tinos.
Tinos è un'isola da vivere e girare soprattutto al suo interno. Come
abbiamo già affermato, non si va a Tinos solo per le sue belle spiagge. Sarebbe
un peccato non godere dei tesori naturali e architettonici che custodisce al
suo interno, facilmente raggiungibili percorrendo pochi chilometri di viabilità
locale, a seconda di dove scegliete di porre la vostra base d'appoggio. Tinos (Chora) e la santa chiesa Panagia
Evaggelistria.
La chiesa è una Basilica a tre navate con una cupola sopra l'Altare
Santo. Si compone di due colonnati a cinque archi con quattro colonne di marmo
ciascuno, a partire dalla facciata fino allo schermo del cancelliere della
Chiesa. Quando si entra nella chiesa dalla porta centrale, a sinistra
dell'ingresso si può vedere l'iconostasi dove si conserva l'icona miracolosa
della Vergine Maria, che è circondata da offerte votive (piccole placche
metalliche) lasciate dai pellegrini. La Chiesa di Zoodohos Pigi (Primavera di
vita) si trova sotto la Chiesa di Evaggelistria, è il sito della scoperta della
santa Icona, sopra la quale è stata costruita la chiesa di Evaggelistria.
Non mancano in Tinos le alternative alla capitale, soprattutto nella
zona attorno alla stessa, con numerosi villaggi costruiti arrampicati ai monti
di Tinos o appoggiati sul piccolo altopiano, sempre con una meravigliosa vista
sul tramonto dell'Egeo. In tutta questa zona, numerose sono le possibilità di
accomodation, in contesti di grande pregio architettonico e nel pieno rispetto
della natura, a partire dai materiali con cui sono costruiti i resort, gli
appartamenti e gli studios destinati ai visitatori, in classico stile
cicladico, oppure in pietra, della quale Tinos è ricca. Noi abbiamo scelto proprio uno di questi, Aeolis Tinos Suites, un “boutique hotel” in località Triantaros davvero ben curato, ben
arredato, profondamente suggestivo, costruito in pietra su un versante montuoso,
con una spettacolare vista sull'Egeo, in particolare al tramonto, godibile da
una comoda piscina a semicerchio. Nella lunga storia personale di viaggi in
Grecia, raramente una accomodation ci ha offerto una vista così straordinaria.
Mulini e colombaie.
Anche con l'ausilio di alcuni siti, che andremo ad elencare in fondo a
questo capitolo, ecco la breve descrizione di alcuni dei villaggi che fanno
davvero di Tinos un'isola speciale da esplorare.
Agapi.
E' uno dei villaggi più pittoreschi: è un tipico villaggio di Tinos,
con la sua architettura, il labirinto di stradine lastricate con pietra, gli
archi, le sorgenti, i pozzi con le antiche lavanderie. Nelle vicinanze, quattro
chilometri a nord, merita una visita Panagia Vourniotissa, uno dei
principali siti di pellegrinaggio dell'isola, dove l'8 settembre si celebra la
natività di Maria. Agapi è a circa 15 chilometri da Tinos, imboccando la strada
per Panormos, via Xinara, e girando a destra arrivati a Komi. Ideale abbinare
la visita a Agapi a quella della vicina spiaggia di Kolymbithra.
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È collocata in prossimità della costa occidentale, in posizione nord,
costruita su un costone roccioso, ai piedi del quale una piccola insenatura
ospita una bella spiaggia (paralia Ysternion), una delle più
belle di Tinos, raggiungibile con 5 chilometri di strada o 2 chilometri di un
irto sentiero. E' un villaggio che ha avuto uno sviluppo più recente rispetto
ad altri (anno 1600) e che ha avuto il suo fulgore all'inizio del secolo
scorso. Il nome potrebbe derivare dalle tante cisterne contenute nel villaggio,
oppure perché era il punto terminale della strada. Anche Ysternia deve le sue
fortune al marmo ed è stata anch'essa “culla” di importanti scultori.
Testimonianze di tutto ciò si trovano nei vari edifici, religiosi e non, che si
possono ammirare durante la gradevole passeggiata fra le strade di questo
pittoresco villaggio, la cui posizione lo rende particolarmente attraente
all'ora del tramonto. A nord del villaggio, un gruppo di pittoreschi mulini
del XIX secolo. Facilmente raggiungibile da Tinos, percorrendo i 18
chilometri della strada costiera.
Prima di arrivare a Ysternia, percorrendo la strada costiera,
provenendo da Tinos, ecco che dopo 14 chilometri troviamo Kardiani, anch'essa
costruita in altura e a forma di anfiteatro, per godersi nel migliore dei modi,
data la posizione, i tramonti sul mar Egeo.
Come Ysternia, la spiaggia
sottostante (paralia Giannakis) è una bella meta, ma ci vogliono
quasi 6 chilometri di auto e più di 4 di sentiero. La bellissima architettura e
i panorami hanno fatto guadagnare a Kardiani il titolo di “villaggio
tradizionale”, conferito dal ministero greco della cultura. Costruita
su un versante del monte Palete, Kardiani è anche ricca d'acqua e
di fontane, di sorgenti ed attraversata da un piccolo torrente, di giardini
pubblici davvero gradevoli. A differenza di Ysternia, l'origine di questo
villaggio è molto antica e diversi sono stati i reperti archeologici ritrovati,
che testimoniano anche attività durante il periodo geometrico. E' anche un
villaggio nel quale storicamente ortodossi e cattolici hanno convissuto
pacificamente e con la piena armonia. La cattedrale ortodossa è Agia
Triada ed è di pregevole fattura. Due invece le chiese cattoliche
dedicate alla Vergine: Assunzione e Kioura (compleanno). Anche la storia di
Kardiani è stata influenzata dalla lavorazione del marmo, formando diversi
artisti.
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Il secondo villaggio per grandezza (sempre escludendo Chora), la cui
origine è fatta risalire al XV secolo. Non si conosce l'esatta origine del suo
nome, probabilmente derivato da una famiglia, oppure da una torre. Contiene una
bella e pittoresca piazza, dominata da un imponente edificio religioso, la
chiesa Ieros Naos Agias Triados – Agiou Ioanni (Santa Trinità –
San Giovanni), con cupola di 18 metri e icone del secolo XVII. Gli abitanti si
occupavano di concia e lavorazione della seta, con veri e propri laboratori,
oggi abbandonati. Falatados è famosa per la produzione di Rakì, una
tradizionale acquavite, che ha un'origine turca e che in Grecia vede una
significativa produzione nell'isola di Creta, ma non solo. A Falatados ci sono
diversi torchi e distillerie, con anche una apprezzata produzione di vino e a
settembre si tiene una importante sagra chiamata “Rakizio”. Questo
dovuto anche alla posizione geografica che vede Falatados ai margini di un
fertile altopiano ricco di coltivazioni, tra cui la vite. Ideale anche per una
meta serale, per apprezzare la gastronomia locale nelle taverne del villaggio.
Bello il paesaggio circostante, fra natura e piccole chiese in stile
cicladico. Da visitare i piccoli villaggi di Steni e Myrsini: da
quest'ultima è possibile scalare il Tsiknias, la vetta più alta
dell'isola, oppure scendere verso la bella spiaggia di Livada,
mentre da Steni si raggiunge quella di Santa Margherita. Tanto
lavoro anche per chi ama il trekking, percorrendo sentieri che conducono
attraverso questa importante parte dell'isola.
Xinara si trova alle pendici del monte Exomvourgo, a circa 7
chilometri da Tinos e durante il Medio Evo era un centro culturale e
commerciale dell'isola. Qua erano esposte la maggior parte delle attività
artigianali dell'epoca.
Sin dal periodo bizantino è la sede della diocesi cattolica di
Tinos. L'imponente edificio, che si incontra all'ingresso del villaggio ed è
conosciuto come il "Palazzo vescovile", ospitava la
diocesi cattolica dell'Archivio di Tinos e delle reliquie museali. Il Palazzo
del Vecchio Vescovo ospitava un seminario e particolarmente significative sono anche
le due chiese cattoliche: la Madonna del Rosario (1860-1870), che è la
cattedrale dell'arcidiocesi cattolica e la Chiesa degli Apostoli Pietro e
Paolo (1836). Durante l'estate, il teatro di Xinara
propone diversi eventi culturali.
Con i suoi 640 metri d'altezza, Exomvourgo è la seconda vetta di Tinos e offre uno scenario quasi dolomitico. Sul picco fu edificata la fortificazione veneziana di Sant'Elena, che ospitava la sede amministrativa dell'isola durante tutto il lungo periodo in cui fu sotto il controllo di Venezia. Alle pendici della montagna sono stati trovati anche reperti fatti risalire al periodo geometrico. I resti del castello sono ancora visitabili, con un trekking di circa mezzora partendo da Xinara. Fino alla riforma del 2011, Exomvourgo era un comune, poi abrogato. Il suo territorio ora fa parte del comune unico di Tinos.
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Non si ferma certo qua il patrimonio inestimabile di piccoli e medi
villaggi che distinguono Tinos da ogni altra isola di dimensioni ad essa
paragonabili. Molti di questi villaggi, quasi tutti entro una decina di
chilometri da Tinos, sono costruiti su versanti montuosi e meritano una visita.
Parliamo, per esempio, di Loutra, Skalados (foto a sinistra), Smardakito, Komi,
Koumaros (alle pendici orientali del monte Exomvourgo), che troviamo alle
spalle di Xinara. In questa zona anche il villaggio abbandonato negli anni 70
di Monastiria, visitabile ma attenti ai serpenti.
Alle pendici dei monti orientali, fra Falatados e Agapi, troviamo
sull'altopiano il villaggio di Volax (foto a destra) e il suo incredibile territorio
contrassegnato da massi enormi, come se ci fosse stata una pioggia di
meteoriti. Una sorta di paesaggio lunare e anche il nome del villaggio
significa pietra.
In “prima fila”, a dominare il golfo di Kionia, Chora e l'Egeo con le
isole circostanti (Mykonos, Delo, Syros, ma anche quelle più distanti, come
Paros e Antiparos, Naxos, Kythnos e Serifos), abbiamo Arnados, piccolo
villaggio con architettura medioevale, costruito su un versante del monte
Kechrovouni (alle cui pendici è edificato anche il meraviglioso
monastero di Vergine Maria) e in posizione più alta rispetto agli
altri villaggi, dunque con un panorama mozzafiato; Dyo Choria, un
villaggio anch'esso poco sotto ai 400 metri d'altitudine e che, come testimonia
il nome, è la somma di due villaggi che si sono uniti, uno in posizione più
elevata rispetto all'altro; Triantaros, villaggio molto vicino a Arnados
e praticamente sotto a Dyo Choria, di dimensioni più ampie e anch'esso di
origine medioevale; in posizione più centrale e più vicino a Tinos (5
chilometri) abbiamo anche Tripotamos, che prende il nome da tre corsi
d'acqua (potamos in greco significa fiume) tra i quali è stato edificato questo
villaggio, anche di notevole caratura architettonica, che assume una posizione
centrale per visitare tutta la zona centro meridionale dell'isola. Nelle
vicinanze anche i graziosi piccoli villaggi di Tarambados e Ktikados.
Siamo sicuramente criticabili per aver omesso altre citazioni
importanti e accettiamo dunque suggerimenti per completare al meglio questo
capitolo.
http://www.tinos-tinos.com/it/index.php
Agios Ioannis |
Agios Sostis |
Kionia - hotel Panorama |
Kionia - hotel Paesino |
![]() Aeolis Tinos Suites |
![]() |
Aeolis Tinos Suites |
Aeolis Tinos Suites |
Skalados |
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vista su Mykonos |
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Exomvourgo |
Skalados |
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Ecco infine l'appuntamento con la spiaggia e il contatto diretto con
il mare, un capitolo che apposta abbiamo collocato in fondo a questa mini guida
sull'isola di Tinos, non perché le spiagge di quest'isola non meritino
menzione, ma perché a Tinos più che mai sono un corollario, un completamento,
la classica ciliegina sulla torta.
Le spiagge più frequentate e più attrezzate sono quelle sul versante
meridionale. In particolare, paralia Kionia (foto a sinistra), la spiaggia dell'omonimo
villaggio di Kionia, uno dei pochi paesi di Tinos costruito vicino al mare, è
un lungo e comodo litorale sabbioso, in alcune parti misto a piccoli ciottoli,
con i fondali che digradano dolcemente, consigliato per le famiglie e per gli
amanti degli sport acquatici, che in questo punto dell'isola sono ben
organizzati. Questa spiaggia si trova nella baia a fianco rispetto a Tinos, a
circa 3 chilometri a nord ed è anche per questo motivo fra le più frequentate.
Andando oltre, sempre verso nord, dopo altri 5 chilometri incontriamo
una baia nella quale troviamo paralia Agios Romanos (foto a destra), circondata da bar,
ristoranti e numerose accomodation, in particolare studios e ville. La spiaggia
è in sabbia e ciottoli, non è organizzata ma è lo stesso ben frequentata e
raggiungibile da Kionia anche con uno sterrato.
Da Tinos in direzione sud, invece, superato un promontorio, ecco paralia
Agali, che apre un lungo litorale che vede protagonista paralia Agios
Fokas, una delle più lunghe di tutta l'isola, quindi adatta anche agli
amanti delle camminate o corse in spiaggia. Sabbia e in alcuni tratti anche
ciottoli, la spiaggia è ben organizzata in varie parti e anche piuttosto
frequentata. Anche ombreggiata da alberi in alcune zone.
Queste, oltre a quella “cittadina” di Tinos, sono le spiagge
principali, anche se non le uniche, del versante nordoccidentale collocate
nella parte meridionale dell'isola, che garantiscono una esposizione a
sudovest, formidabile per il pomeriggio e per gustarsi il tramonto.
Girando la punta sudoccidentale dell'isola, troviamo un litorale che
guarda a sudest e che è composto da diverse spiagge. A poco più di 5 chilometri
in direzione sudest da Tinos, troviamo il villaggio di Agios Sostis, non
distante dal mare, che ci introduce a diverse spiagge, non ampie ma molto
apprezzate e comode, anche per la presenza di numerosissime accomodation in
tutta la zona circostante, che comprende anche le pendici montuose prima
descritte e i vari paesi che le popolano, anche di turisti in stagione estiva.
La prima baia che incontriamo, dopo un promontorio dominato dalla bianca chiesa
del XIX secolo che dà il nome al villaggio, propone da un lato paralia Agios
Sostis (sotto a destra) e dall'altro, in direzione est, paralia Laouti (o Skylantari)
(a sinistra).
Le spiagge, in sabbia mista a ciottoli, sono piuttosto organizzate e in un lato
c'è la possibilità di tuffarsi dal molo. Hanno anche l'ombra naturale della
vegetazione, ma non sono molto ampie, dunque in particolare durante il mese
d'agosto possono risultare affollate.
Dopo di che, si oltrepassa un piccolo promontorio a forma tondeggiante
per incontrare un'altra piccola baia che contiene una delle spiagge più
apprezzate di Tinos: paralia Agios Ioannis (o Porto, nella foto sotto). Le accomodation si
infittiscono e abbiamo la sensazione più che altrove di trovarci in un luogo
marino di villeggiatura. La spiaggia di sabbia ha alle spalle una vegetazione
che permette un'ombreggiatura naturale, ma è anche attrezzata e servita da
beach bar e taverne nelle vicinanze. Anche questa spiaggia può essere affollata
in agosto, per le dimensioni non particolarmente apprezzabili. Siamo a circa 6
chilometri e mezzo da Tinos.
Più lontana e difficile da raggiungere è paralia Pachia Ammos,
a 9 chilometri da Tinos in direzione est, andando oltre Agios Ioannis. La baia
e la spiaggia, qua, sono decisamente più selvagge, il litorale è anche qui
sabbioso, non lungo ma piuttosto profondo, formando anche piccole dune; l'auto
va lasciata ad una certa distanza, scendendo sulla spiaggia a piedi (servono
pochi minuti), non ci sono servizi e nemmeno l'ombra, dunque occorre portarsi
dietro l'ombrellone per non arrostirsi se la permanenza è lunga, poche sono le
costruzioni visibili in zona. La spiaggia è esposta a est, dunque potrebbe
essere soggetta ai venti del nord.
Più avanti sulla costa, in direzione nord, a oltre 10 chilometri da
Tinos e facilmente raggiungibile da Triantaros, Arnados, Dyo Korià e i paesi
circostanti, ecco paralia Lychnaftia e ancora oltre paralia Santa
Margherita. Qua la sabbia si mischia con i ciottoli e le rocce, le strade
per raggiungerle si fanno sterrate e accidentate e occorre talvolta percorrere
un a piedi un piccolo tratto per scendere in spiaggia. Il risultato è godersi
una spiaggia naturale e selvaggia (Lychnaftia in realtà è in parte attrezzata),
in un ambiente silenzioso e isolato, ombreggiati dalla vegetazioni, esposti a
est, con una bellissima vista su Mykonos e immergendosi in acque davvero
cristalline. Quando non ci sono i venti settentrionali può essere un'ottima
soluzione.
paralia Kionia |
paralia Kionia |
Parlia Kionia |
Paralia Laouti |
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Cambiando ancora versante, passiamo alle spiagge sulla costa
nordorientale, quelle più esposti ai venti del nord e in particolare il
Meltemi. Partendo dal basso, la prima baia che si incontra è quella che ospita paralia
Livada, una pittoresca spiaggia raggiungibile dal piccolo villaggio di
Myrsini, giunti più o meno ai due terzi del percorso di 18 chilometri che la
separa da Tinos. Si sta davvero bene sui ciottoli di questa spiaggia non
attrezzata e contornata da grandi massi che offrono uno scenario davvero
particolare e originale. Oppure si sta malissimo, sferzati dai venti del nord e
in quei giorni sono davvero spettacolari le onde che si formano. E' all'interno
di un parco (la zona ha aderito al programma Natura 2000) e a fianco è presente
un corso d'acqua, che forma una sorta di laguna, che è un importante punto di
riferimento di numerose specie animali. C'è anche una piccola taverna
stagionale.
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Andando verso nord, dopo un lungo tratto di scogliera a picco sul
mare, corrispondente ai versanti orientali del Kechrovouni e del Tsiknias, che
lascia spazio solo a qualche rara e isolata caletta in ghiaia, raggiungibile
per lo più via mare, a un certo punto incontriamo la più celebrata paralia
Kolymbithra, al centro di una baia più ampia. La baia, con acque profonde,
è divisa in due parti: la maggiore ospita due spiagge, entrambe in sabbia, una
(megali ammos) in parte attrezzata, con un beach bar e particolari
ombrelloni bassi e interamente in legno, installati per reggere la prova del
Meltemi, acqua cristallina con correnti subacquee, più esposta anche ai venti e
anche qua il contorno è un bel panorama di particolari rocce, che hanno
suggerito il nome alla spiaggia, mentre l'altra (mikri ammos) è
decisamente più intima ma anche più affollata perché più riparata, a fianco di
un ristorante; nella parte meno ampia della baia abbiamo invece una terza spiaggia
in sabbia, ciottoli e roccia, paralia Apotikes (che significa
magazzino), tranquilla e in parte attrezzata. La distanza dal capoluogo è di
poco più di 15 chilometri, in direzione Komi, il villaggio dal quale parte la
strada che scende alla baia.
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Infine, le spiagge del nord, la zona dell'isola caratterizzata dalla
presenza del preziosi marmi, ma che offre una scarsa quantità di spiagge, le
più rilevanti delle quali quelle dei tre villaggi incantevoli di questa zona
che le sovrastano.
Iniziamo dalla baia di Panormos, che è stata così importante in un
periodo storico per i commerci di Tinos, che conserva un villaggio che è stato
(ed è tuttora) il porto di Pyrgos, che si trova a circa 4 chilometri. Paralia
Stafida è nel lato opposto rispetto al porto e si presenta come una
spiaggia tranquilla, senza particolari velleità. Chi non è alloggiato in zona e
arriva fin qua non lo deve fare certo per la spiaggia e andar via senza aver
visitato la straordinaria Pyrgos. Nel lato nord della baia è certamente molto più
interessante Agia Thalassa, una spiaggia in sabbia che offre al
visitatore maggiori suggestioni e più avanti paralia Kavalourko,
anch'essa gradevole e in giornate senza onde un punto per approdare
all'isolotto di Platinis. Non distante da Panormos, ma nel lato opposto della
baia, un'altra spiaggetta, paralia Rochari, attrezzata con un beach bar,
anche questa sicuramente più suggestiva rispetto a Panormos, anche per una
bella vista su Planitis, ideale per un bel bagno in tranquillità e acque
cristalline quando il vento arriva da sud anziché da nord. Infatti, queste
spiagge sono ancora sul versante nordorientale.
Si sale di livello, invece, quando si cambia versante e si scende dal
paese per l'omonima paralia Ysternia (Skinaki), che si trova invece sul
versante che guarda verso il tramonto. Qua ritroviamo un bel litorale sabbioso
e fondali accoglienti e digradanti in modo dolce. Nonostante non sia
organizzata, per la sua bellezza è uno dei siti più frequentati dai turisti. Un
luogo molto consigliato per gustarsi il tramonto cicladico, così come per paralia
Giannakis, la spiaggia di Kardiani, con sabbia, ciottoli e scogli, forse
meno frequentata perché ha il difetto di essere collegata tramite una strada
piuttosto perigliosa, ma presenta anch'essa uno scenario incantevole con una
bella vista su Syros. Queste due spiagge godono di un'ombra naturale data dalla
vegetazione. Più a sud troviamo l'ancora più bella paralia Agios
Petros, una spiaggia con ciottoli e sabbia fine, divisa in due da una
roccia in uno scenario immerso nella natura, comune alle spiagge più isolate e
selvagge della parte settentrionale dell'isola. Qua l'ombra bisogna portarsela
dietro. Si trova a 16 chilometri da Tinos, seguendo la strada per Kardiani e
Ysternia, girando a sinistra poco prima di Kardiani. Ancora più a sud e non
distanti da Agios Romanos, paralia Kandani e paralia Apigania,
sabbia dorata, ciottoli e acqua cristallina, raggiungibili solo via mare o
percorrendo sentieri. Sicuramente, dai giudizi ricavati, ne vale la pena,
perché sembrano le due spiagge che più hanno le caratteristiche simili a ciò
che ci si può aspettare dalle Cicladi, ragionando di spiagge di sabbia.
Percorrendo sempre la strada costiera da Tinos, dopo il bivio per Agios Romanos
si incontra la chiesa di Agia Marina, oltrepassata la quale si gira a sinistra
verso la costa e fino alla fine della strada, per poi proseguire a piedi.